Lo spirito di questa iniziativa

Carissimi amici,

questa lettera molto informale è diciamo per ‘uso interno’ cioè per ripetere e semmai per chiarire meglio il senso dell’iniziativa di cui vi parlavo ieri sera durante la nostra cena.

Dunque, la chiave sta proprio nella formula: “Aperitivo filosofico”.

Questo implica l’ora: dalle 19.00 alle 20.30 con proseguo per tutta la serata e la qualità conviviale dell’idea.

La scelta dell’ orario ha un senso preciso. Qualcuno mi chiedeva il ‘target’ a cui si rivolge questo progetto. E’ un target nuovo: a quell’ora le normali famiglie stanno per andare a cena e cinquant’anni fa non sarebbe stato neppure proponibile un incontro di questo tipo. Ma oggi a Milano ci sono circa 600.000 persone che per un motivo o per l’altro non sono vincolate a questo momento rituale insieme alla famiglia. E che quando hanno terminato di lavorare non hanno già programmato che cosa fare, e spesso tornano a casa solo per mancanza di alternative interessanti praticabili.

A questo ‘bacino di utenza’ è stato proposto di tutto a fini commerciali, ma non l’occasione di momenti di incontro culturale amichevole, con l’opportunità di passare del tempo insieme in modo intellettualmente stimolante ma leggero, socievole e gratuito.

Non è vero che la gente non abbia voglia di ragionare di riflettere e di interessarsi sul piano culturale: la amplissima e inaspettata adesione ad alcune iniziative aperte al pubblico degli ultimi anni dimostra proprio il bisogno contrario. E’ che mancano ancora le occasioni, i luoghi e soprattutto le abitudini collettive che rendono culturalmente vivace la vita  in comune.

Finora le proposte culturali e sociali da noi sono state del tutto separate o si va al bar e si parla di scemenze o si va a una conferenza e non si chiacchiera: campi scissi. Il senso della mia proposta sta esattamente in questo: nel mettere insieme i due bisogni, di rapporti sociali e di cultura, sia di incontrarsi che  di ragionare.

come fare a unire sociale e culturale? Per esempio immergendo una conferenza culturale in un contesto pubblico che non obblighi a disperdersi subito dopo. Un luogo che permetta di continuare a parlare e a confrontarsi quando la conferenza è finita e volendo anche di stringere rapporti sociali. Quante volte a Filosofia sui Navigli l’argomento della conferenza era così interessante che saremmo andati avanti a parlarne per ore? Oppure ci sarebbe piaciuto stringere amicizia con qualcuno del gruppo, ma vederci al di fuori era troppo impegnativo? E infatti ci attardiamo sempre a parlare a capannelli, ma per dieci minuti e solo se non piove!

Non esiste da nessuna parte un fluire sciolto tra il momento culturale e quello sociale, anche perché gli ambienti stessi in cui ‘si fa cultura’ non favoriscono le relazioni. E viceversa: alle conferenze non si chiacchiera e nelle situazioni mondane è quasi impossibile fare un discorso con un minimo di spessore. Nei locali pubblici non sta neanche bene ‘parlar di cose serie’ e poi non si riesce neppure a sentire per via della musica.

Questa spaccatura tra sociale e culturale fa sì che Milano sia una città inospitale: dove è difficile instaurare relazioni non banali e dove ci sono grossi problemi di isolamento e di appiattimento culturale. L’iniziativa degli Aperitivi filosofici vuole proprio essere un regalo alla città: vuole offrire  un’occasione per rapportarsi in altro modo. Certo è un progetto ambizioso ma se non si comincia non si arriva da nessuna parte…

Che cosa vuole essere  questo Aperitivo filosofico?

Un momento di incontro certamente, ma sulla base e con il ‘collante’ dell’ascoltare dei discorsi intelligenti, che offrano spunti di riflessione su cui scambiarsi opinioni.

Aperitivo’ perché intende ‘stuzzicare l’appetito intellettuale trattando i temi in un modo introduttivo che faccia venir  ‘fame di saperne di più’.

Filosofico’  non perché gli argomenti  riguardino solo questa disciplina, ma piuttosto perché ‘mette in atto la filosofia’ come buona abitudine a far funzionare il cervello.

E certo uno può anche prendere davvero un aperitivo, e poi fermarsi a cena insieme agli altri per discutere del tema proposto o anche per fare amicizia e conoscersi meglio.

A chi si rivolge questo progetto? In pratica a una amplissima fascia di professionisti di vario tipo, mediamente colti ma non necessariamente in campo filosofico, che quando finiscono di lavorare non hanno urgenza di correre a casa e che amerebbero fermarsi in un locale piacevole, ascoltare un discorso interessante e discuterne più approfonditamente e anche scambiar due chiacchiere con gli amici e farsene di nuovi.

Il punto sarà soprattutto che si sparga la voce: che si sappia in giro che esiste un luogo dove si può andare senza averlo programmato prima, dove si sente parlare di un argomento interessante, dove si incontrano facce conosciute e facce nuove, dove ci si scambia opinioni e ci si sente a proprio agio anche se si va da soli … Un posto dove volendo si può anche portare a cena  un amico, stando tranquilli che se prima ascolta la conferenza non ne morirà di noia! Credo che molto dipenderà da quanto ognuno di noi singolarmente attiva i canali di comunicazione di cui dispone, anche in modo molto informale, semplicemente parlandone quando capita l’occasione.

Personalmente credo molto in questa idea proprio come concetto e come motivazioni: l’entusiasmo è l’ingrediente necessario e direi unico quando si fanno cose in spirito di assoluta gratuità. L’entusiasmo e il piacere:  stiamo organizzando una iniziativa che vuole essere soprattutto piacevole, piacevole per chi tiene la conferenza e per chi la ascolta, piacevole per chi partecipa e per chi organizza… altrimenti non si vede proprio perchè farlo.

Passiamo a qualche dato tecnico.

Il locale è molto bello ovviamente, è un ingrediente fondamentale di questo progetto. E’ tenuto dal padrone stesso e il cibo toscano che prepara è assolutamente squisito: ci farà trovare bruschette calde sui tavoli e una accoglienza degna dei relatori che invitiamo.

Si chiama “Mangiarini Toscani” in Viale Pasubio 8.

Ci propone gli aperitivi a 3 euro e un’offerta-cena a 10 euro. Per chi vuole scegliere alla carta ci sono delizie di ogni tipo e prezzi ragionevolissimi. Non male no? Per un cibo squisito!

E’ facilmente raggiungibile con ogni mezzo. E anche questo è importante a Milano! ci si arriva comodamente in metropolitana ( MM linea verde, fermata Garibaldi) e con molti mezzi pubblici. Si trova posto per la macchina senza impazzire e vicino ci sono anche i grandi parcheggi di Corso Como.

Veniamo ai relatori e ai temi trattati.

I relatori: occorrono persone che sappiano dare una esposizione vivace al loro argomento. Abbiamo dovuto escludere una modalità tutta interattiva perché non è gestibile da chi non è già familiare con questo tipo di conduzione. In pratica si tratta di una conferenza con lo spazio per qualche domanda. Non si può dare per scontata la preparazione filosofica dell’uditorio: potremmo dire che questa iniziativa è più un ‘arare il campo e seminare’, è mostrare un modo filosofico di affrontare gli argomenti a un pubblico molto vasto, è davvero uno ‘stimolare l’appetito’ al buon pensare!

I temi: possiamo affrontare temi molto vari, ciò che li contraddistingue è il taglio non l’argomento. Possiamo trattare di tutti i temi della filosofia e della scienza e temi riguardanti vari campi della cultura in generale: arte, storia, sociologia etc.

Escluderei proprio gli argomenti di politica e i ‘temi scottanti’ d’attualità e questo per un motivo molto preciso: su questi temi tutti hanno la loro opinione e tutti vogliono difenderla e farla vincere. Basta vedere i dibattiti televisivi per notare lo stile a cui siamo abituati: ognuno dice la propria posizione cercando letteralmente di urlarla più forte dell’altro….  C’è una disabitudine totale all’ascolto reciproco: chi ascolta è solo il pubblico, che intanto si schiera da una parte o l’altra: infatti sono esibizioni intese sorattutto a raccogliere consensi e voti.

Invece credo che sia estremamente importante e anche urgente proporre un diverso modo di ascoltare volto a riflettere  assimilare e integrare idee diverse, a rivedere e allargare le proprie posizioni… e non perché costretti dall’incalzare dell’avversario ma per una vera apertura intellettuale.

Filosofia  per me è anche mantenersi aperti al possibile e al dubbio, al ripensamento e al cambiamento. Uscendo dal maledetto vizio di identificarsi subito e di schierarsi. Ho davvero sviluppato una allergia alle ‘attitudini intellettuali da stadio’ e voglio evitare che questi aperitivi si tramutino in dibattiti simil-televisivi, altrimenti per quanto mi riguarda non mi interessa minimamente organizzarli.

Un’ultima cosa importante: ciò che fin da subito ho apprezzato moltissimo a Filosofia sui Navigli è il tipo di atmosfera: c’è sempre un clima molto ben disposto, in cui i relatori si sentono a proprio agio e gli uditori non si pongono mai in modo polemico o aggressivo. C’è davvero una buona attitudine e molto rispetto reciproco.

Questa sì è la cosa che intendo assolutamente mutuare. Ed è quella a cui tengo di più.

Un salutone a tutti con sincero affetto

Paola Santagostino

Dott.ssa Paola Santagostino: ideatrice e organizzatrice degli Aperitivi filosofici, Psicoterapeuta specializzata in Medicina psicosomatica,  tiene sedute individuali di terapia e di consulenza e conduce Corsi di psicologia in tutta Italia. E’ autrice di molti libri.

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