Le ricerche sul carattere dei pazienti che soffrono di disturbi della pelle hanno messo in luce alcuni elementi comuni che ci possono far comprendere meglio il tipo di problema che vivono.
Dice Flanders Dundar: « I disturbi cutanei sono generalmente legati al desiderio di amore: il conflitto profondo è tra il desiderio di essere amati e la paura di venirne feriti ».
« Sono persone che oscillano tra la tendenza ad andare verso gli altri e quella a rifuggirne: da un lato desiderano intensamente un contatto epidermico tenero e affettuoso fatto anche di abbracci e di carezze e dall’altro una memoria antica di dolorosi rifiuti li mette in guardia dall’avvicinarsi troppo»..
«La disaffezione materna li ha così completamente avvolti, che in un certo senso il loro corpo ne è coperto e la loro pelle è la parte più immediatamente colpita».
E’ stata una esperienza dei primi mesi di vita quella che si è iscritta nella loro memoria e spesso si tratta di un rifiuto non espresso con le parole ma piuttosto “ intuito con la pelle” per il modo in cui venivano maneggiati da neonati.
LE SFIDE E IL PARTENER GIUSTO
A questi antichi dolori secondo la Dunbar: « I pazienti che soffrono di disturbi della pelle reagiscono nella vita adulta con lo sviluppo di un comportamento teso a ricercare l’approvazione degli altri. In certi casi cercano di adeguarsi a un conformismo meticoloso e di mostrarsi molto responsabili e affidabili e in altri casi si impegnano soprattutto a misurarsi con gli altri: sono persone orientate verso gli sport competitivi piuttosto che gli interessi culturali, amano vincere le gare e ottenere riconoscimenti diretti, anche in senso metaforico tramite i successi professionali ».
«L’adattamento sessuale sembra superficialmente buono, ma le donne sono inclini a ritardare i il più possibile i rapporti sessuali completi e gli uomini a tenere numerose relazioni superficiali, sostenendo di non trovare mai la donna giusta con cui impegnarsi».
«L’esordio dei disturbi della pelle è generalmente legato alla perdita di qualcosa a cui erano particolarmente legati»
LE MANI DELLA MAMMA
L’ importanza delle prime manipolazioni come messaggio affettivo che comunica al bambino i sentimenti e le emozioni della madre verso di lui è stata confermata da moltissimi autori.
I neonati vengono presi in braccio per essere nutriti, cambiati, o semplicemente coccolati: “quanto” e “come” la madre tocca il bambino è un preciso segnale e anche l’unico mezzo di comunicazione possibile in quella fase.
Pelle mani braccia calore del corpo e carezze sono il primo linguaggio dell’amore o della sua assenza.
Di mancanza di carezze si muore e i famosi studi di Renè Spitz su neonati orfani, ospedalizzati nel primo anno di vita, indicavano nell’ assenza di contatto fisico la causa del fatto che il 60% dei bambini moriva prima dei due anni, anche se era stata ben curata e accudita dal punto di vista igienico e alimentare.
Ma anche di poche carezze si soffre: l’autore cita il caso delle madri che hanno paura di toccare il bambino perché è così fragile… ma in realtà hanno paura della propria inconfessata aggressività nei suoi confronti.
Il messaggio ostile è avvertito dal neonato e lascia una traccia di memoria.
Altri autori hanno osservato che la qualità delle manipolazioni, la bruschezza dei gesti e la rigidità delle mani, sono segnali di ostilità che il bambino è in grado di recepire.
E parlando di psoriasi da stress hanno indicato nella cattiva manipolazione infantile il fattore determinante di quel vissuto di frustrazione connesso alla pelle, che si ritrova in tutti i pazienti affetti da dermatite in generale.
IL MONDO DELLA PELLE
Che cosa possiamo trarre da questi studi?
Personalmente non credo che si possano fare degli schemini sul carattere di chi soffre di un disturbo di pelle, ma in qualche modo questi dati ci aiutano a comprendere il simbolismo del “ mondo della pelle” e delle sue sofferenze.
Ci muoviamo in un ambito fatto di contatti perché la pelle è il confine tra l’interno e l’esterno, è l’organo con cui viviamo corporeamente la vicinanza con l’altro e il senso di vicinanza oppure di ostilità.
E’ un mondo fatto di carezze e di ferite anche metaforiche, di vicinanze e di abbandoni e molto sensibile alla qualità delle relazioni.
Paola Santagostino
Dott.ssa Paola Santagostino: Psicologa e Psicoterapeuta specializzata in Medicina psicosomatica opera a Milano dove tiene tiene sedute individuali di terapia e di consulenza e conduce Corsi e semianri.
Per contattare l’autrice: contatto@paolasantagostino.it 02.6555635.
Questo articolo fa parte di una serie in cui c’è anche: ” Il Carattere di chi soffre di Mal di Testa” ” Per Guarire da Cefalea ed Emicrania” ” Guarire dalla Tachicardia” ” Impotenza curata con la Fiaba Terapia “ ” Come risolvere gli attacchi di panico” “Istruzioni durante gli attacchi di panico” “Un caso di guarigione dall’ansia” “Per liberarsi dall’ansia che fare?”
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Anche sedute individuali contatto@paolasantagostino.it 02.6555635
Mia madre non fa segreto del fatto che non mi voleva: sono stato uno sfortunato ‘incidente’ e capitato proprio nel momento meno adatto per lei. Non credo proprio che da piccolo mi abbia ‘maneggiato’ molto teneramente, anche se io non mi ricordo niente, ma dice lei stessa che quando sono nato era nervosissima e terrificata di quel che sarebbe successo a crescermi da sola. Adesso ho 38 anni e nelle relazioni sono sempre ‘vado o non vado’ titubante a iniziarle e ancora più titubante a proseguirle. Forse quello che lei dice sul desiderio di contatto legato alla paura del rifiuto è alla base del mio atteggiamento con le donne. E oltretutto soffro proprio di psoriasi che va e viene da molti anni ma non si risolve mai del tutto. Mi consiglia una terapia psicosomatica?
Sono orfana e ho passato i primi 4 anni di vita in una struttura prima di venire adottata. Non penso che lì avessero molto il tempo di coccolare i bambini o per accarezzarli (io non ho alcun ricordo di quel periodo) i miei genitori adottivi sono stati molto buoni con me ma non sono delle persone particolarmente espansive a livello fisico. Leggendo questo articolo mi sono chiesta se può essere questa la causa del mio essere così ritrosa nei contatti con gli altri.
Soffro di psoriasi ma è sul cuoio capelluto e non si vede quindi non può essere per quello che mi ritraggo da ogni abbraccio e effusione. Forse la mancanza di carezze da piccola mi ha reso diffidente? Vanessa
Non sopporto di essere toccata da nessuno. E’ sempre stato così fin da bambina mi sottraevo agli abbracci dei parenti e scappavo via se mi sfioravano giocando a scuola. Nell’adolescenza ho sviluppato una infezione della pelle che ha reso la cosa ancora più definitiva impedendomi ogni contatto. Ma ricordo che quando è iniziata non mi dispiaceva affatto, a parte il prurito, perchè mi forniva una buona scusa per non farmi toccare da nessuno. Da dove nasce questa mia fobia?
Non ricordo alcun evento traumatico che la possa spiegare, forse sono cose successe quando ero neonata? Pensavo di fare dell’ipnosi o della terapia comportamentale perchè adesso la cosa mi imbarazza in circostanze lavorative in cui tutti notano delle mie reazioni anomale e faccio fatica persino a stringer la mano. Secondo la sua esperienza potrebbe servire? Grazie della risposta. Mara
Ho la psoriasi dall’età di 14 anni e tra varie terapie ritorna fuori a periodi. Adesso è limitata solo alle ginocchia ma mi da fastidio sfregando sui pantaloni. Devo fare una psicoterapia e qualcosa di simile per guarirne definitivamente?
da quando mi ha lasciato la ragazza mi è venuta fuori una irritazione alla pelle che mi prende le braccia e un fianco. Il medico ha detto che è dermatite da contatto ma io non ho toccato nessun detersivo o cosa strana. Lei dice che le malattie della pelle centrano con la perdita, potrebbe essere questo? Non sono stato io a chiudere anzi io le volevo bene è lei che mi ha detto che era finita. Cosa devo fare? Anto
MOLTO INTERESSANTE!! Mi potreste dare la bibliografia di quella Flander Dumbar che vorrei leggerla?
Quello che dice mi suona molto, mia madre non mi voleva sono stata un ‘incidente’ (aveva 17 anni) e dice che da appena nata aveva paura a prendermi in braccio perchè temeva che le cascassi. Io sono sempre stata una bambina che piangeva per niente e adesso da grande sono timida e ho paura che la gente mi ferisca. Adesso c’è un ragazzo che mi piace ma non riesco a avvicinarmi e addirittura scappo se lo fa lui.
Ho anche una malattia della pelle una grossa chiazza rossa sul petto da due anni che non va via e non si capisce cos’è. Cosa devo fare?
Mi sento spesso ferito dalle osservazioni degli altri e ammetto in maniera forse eccessiva: mi dicono in tanti che sono troppo permaloso. Leggendo il suo articolo mi sono chiesto se questo può avere una attinenza con i disturbi di pelle di cui soffro fin da bambino, nel senso che forse ho ‘la pelle troppo delicata’ in senso metaforico?
Potrebbe essere e le chiedo ‘come se ne esce’???? Grazie anticipatamente Bernardo (Verona)
Dottoressa Santagostino io mi riconosco molto nel carattere che descrive e guarda caso soffro si psoriasi da sempre! Va e viene e ho usato credo tutte le pomate in commercio ma senza una soluzione definitiva. Potrei fare delle sedute con lei per cercare di venirne fuori davvero? Le lascio i miei recapiti e indirizzo mail. Grazie e a presto. Martina TM
Dottoressa grazie per la sua Consulenza psicosomatica: la mia psoriasi sta andando molto meglio e non credo proprio che sia solo per il sole! ripenso spesso alle cose che mi ha detto sopratutto sul sentirmi ferita e comincio a capirle in pieno solo adesso!
Direi che le mie mani apprezzano la sua interpretazione visto che i tagli si stanno richiudendo :-)))
Grazie e buone vacanze.
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Ho un eczema sulla pelle che va e viene ma non mi passa mai definitivamente. Mi riconosco in pieno nel tema della paura del contatto e paura di venir rifiutata E adesso ne capisco meglio il motivo: mia madre non mi voleva e mi dice anche lei che aveva paura a prendermi in braccio per timore di farmi male e che non mi toccava neppure! Fin da piccola ho avuto problemi di pelle: un inizio di psoriasi poi rientrato, tanti brufoli da adolescente e poi eczemi continui e crosticine sul cuoio capelluto, che non si vedono ma danno fastidio e prudono e se le gratto sanguinano. Pensa che una psicoterapia mi potrebbe aiutare per il problema fisico?
Ottimo articolo, è piaciuto molto anche a me.. è strano come, durante la lettura sembra che si accendano delle lampadine senza sosta data la razionalità e linearità dei ragionementi. Non mi ero mai soffermata sull’idea della pelle come primo mezzo per esprimere e per ricevere affetto e rifiuto e come sia la nostra “membrana” cellulare tra mondo interno ed esterno. La nostra membrana per le relazioni sociali.
Mi permetto di farle i miei più vivi complimenti, per il blog, per il suo modo di scirvere e per quello che ha fatto (ho letto un paio di articoli e il suo curriculum).
Una Psicologa che merita di essere conosciuta, soprattutto come persona. Credo ci vedremo presto in uno dei suoi corsi. Lei tiene per caso una newsletter?
grazie ancora
Veronica
Bell’articolo, mi ha intenerito e mi ci sono riconosciuta. Brava Paola. Ti mando tanti baci. Paola